Molti tossicodipendenti desiderano liberarsi dalla dipendenza ed uscire dalla droga senza comunità. Ma perché succede questo? Probabilmente il timore è quello di ritrovarsi in luoghi tetri, in mezzo a persone all’ultimo stadio e rimanere completamente sconnessi dalle proprie vite e chissà per quanto tempo. Molti invece sono spaventati dall’allontanamento forzato dai loro cari, altri temono di perdere il lavoro, altri ancora probabilmente non vogliono davvero recidere il loro rapporto con le sostanze e sono alla ricerca di una soluzione comoda, dove ogni tanto la ricaduta sia concessa e possibile. D’altronde per chi ne è abituato l’idea di vivere senza droghe spaventa parecchio.
La comunità nell’immaginario collettivo
In effetti nell’immaginario collettivo le comunità di recupero sono viste come l’ultima spiaggia. Luoghi dove la sofferenza non manca e dove si è repressi e costretti ai lavori forzati. Frasi come “non voglio chiudermi” danno proprio l’idea. Il tossicodipendente vede in queste strutture delle specie di prigioni, dove la loro libertà viene sospesa in un limbo. Si ha paura delle comunità, si ha paura delle persone che sono lì, si ha paura di essere trattati male sia dagli ospiti sia dagli operatori. Probabilmente perché in passato sono esistite comunità molto dure, dove si era costretti a rimanerci e dove al tuo fianco avresti potuto incontrare persone senza scrupoli, persone violente, criminali o pazze.