Lettera a quattro mani
Madre e figlio si raccontano in una toccante testimonianza scritta insieme.
Quando una persona si libera dalla dipendenza i seintimenti tornano nella sua vita. Ci si accorge dell’importanza dei familiari e di quanto abbiano sofferto per causa propria. Una volta che il problema è risolto l’amore torna a trionfare.
“Voglio raccontarvi una storia… una storia di due persone che si amano… una storia di tristezza e dolore, una storia di lacrime e sangue, una storia di dovere e riscatto, una storia di gioia e amore. Voglio raccontarvi una storia vecchia come il mondo, la storia di un figlio e sua madre. Questa storia inizia venticinque anni fa, quando nasco, e questa stessa storia inizia a morire tredici anni fa, quando inizio a drogarmi.
A nulla servivano gli urli muti di mia madre, a nulla serviva la disperazione imprigionata nei suoi sguardi vitrei; cosa sono del resto gli occhi di una madre paragonati a cocaina ed eroina? Al loro cospetto s’abbassano le montagne, di fronte a loro si prosciugano gli oceani, la loro forza oscura il sole. Insieme a loro, noi stessi smettiamo di esistere.
Ma c’è qualcosa su cui nemmeno cocaina ed eroina possono vincere… l’amore di una madre per suo figlio. È quest’amore che mi ha portato qui ed ora, dove scrivo questa lettera, al Centro Narconon Astore. Ed è qui che questa storia rinasce. È in questo posto che ho capito la forza con la quale mia madre resisteva alla disperazione ed alla pazzia.
È grazie agli insegnamenti appresi in questi corsi che riesco a vedere, capire ed usare le mie capacità. È grazie a questa incredibile tecnologia che sono riuscito ad imparare dai miei errori, per migliorare me stesso.
È grazie al Narconon se sono tornato ad esistere. Ma soprattutto è grazie all’amore di mia madre se non ho mai cessato di esistere. Spero che leggendo queste poche righe, capirete, e vi convincerete che qui potete salvare voi stessi, e ridare la pace che meritano alle vostre madri.”
“Da questa ultima riga voglio riprendere io il racconto: sua madre. La storia è descritta benissimo, gonfia di quei sentimenti forti che sono l’amore ed il dolore, ma quello che voglio fare è un appello alle famiglie di non mollare mai!!!
L’amore che proviamo per i nostri figli ci da una forza smisurata che ci fa combattere contro “il male del secolo” che è la dipendenza dalle droghe, questo male trasforma i nostri figli fino a non riconoscerli più. Ma sono anche consapevole che l’amore da solo non basta, ci dobbiamo fare aiutare, ci sono più strade che si possono percorrere, ognuno può scegliere quella che pensa sia più giusta per lui.
Mio figlio è entrato al Narconon Astore per un atto di disperazione dettato dalle mie lacrime. Oggi posso dire di aver avuto ragione, in cinque mesi l’ho incontrato quattro volte e ogni volta ho visto crescere la sua responsabilità.
La presa di coscienza dei suoi problemi lo hanno portato alla risoluzione degli stessi grazie al Programma Narconon. Sono sicura che nella nostra vita incontreremo nuovi problemi ma le tecniche imparate dal Programma Narconon aiuteranno mio figlio ad affrontarli e superarli.
Mi auguro che questa nostra esperienza possa servire ad altri ragazzi e genitori; non abbiate paura, si può cambiare, smettere di soffrire ed incominciare un futuro insieme.”
Una madre e suo figlio
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Comunità di recupero Narconon Astore
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Sia che il problema riguardi te o la persona a cui vuoi bene è il momento di lasciarsi aiutare. Gli operatori della comunità di recupero Narconon Astore conoscono la situazione e hanno un’esperienza ventennale nel risolvere le dipendenze e nel dare il giusto supporto alle famiglie così che il loro congiunto possa tornare a vivere.