Belladonna usata come droga: proprietà e controindicazioni
Chiamata anche “erba del diavolo”, la belladonna è una pianta velenosa appartenente alla famiglia delle solanacee (per intenderci, la stessa da cui derivano anche la patata e il pomodoro). Viene usata anche come droga allucinogena assumendo in particolar modo le foglie essiccate: è sotto questa forma che uno dei suoi principi attivi più importanti, l’atropina, agisce in tutta la sua potenza.
Date le sue proprietà erboristiche la belladonna è utilizzata per lo più nelle cure omeopatiche, difatti può essere considerata a tutti gli effetti una droga farmaceutica. Se assunta in quantità eccessive o in forme differenti rispetto ai preparati omeopatici rigorosamente prescritti dal medico, può rivelarsi molto pericolosa per la salute di chi ne fa uso.
Effetti collaterali della belladonna
Per comprendere gli effetti che questa pianta erbacea è in grado di provocare basta fare riferimento alla sua origine. La belladonna veniva consumata dalle dame durante il Rinascimento: le foglie venivano macerate per ottenere un composto che potesse essere utilizzato come “prodotto di bellezza” per rendere lo sguardo lucido e dilatare la pupilla così da mostrarsi più seducenti.
A rendere possibili questi effetti è l’atropina: essa agisce sul sistema nervoso parasimpatico aumentando la circolazione e causando la midriasi delle pupille. Tra gli effetti che l’assunzione (accidentale o meno) della belladonna è capace di indurre è possibile annoverare anche allucinazioni di vario tipo, incluse quelle di natura erotica. Chi l’assume può percepire il proprio corpo leggero, avere la sensazione di lievitare nell’aria e perdere il controllo dal punto di vista psicomotorio.
Dopo un’iniziale fase di eccitazione caratterizzata anche da risa spasmodiche e confusione mentale diffusa, subentrano veri e propri effetti collaterali: bocca secca, sudorazione bloccata con conseguente aumento della temperatura, problemi alla vista, insufficienza polmonare, tremori, tachicardia e stati di incoscienza che possono evolversi anche nelle forme più gravi, fino a portare alla morte.
Come evitare le conseguenze pericolose
Per quanto si tratti di una pianta usata per l’omeopatia, non significa che sia un’erba innocua se consumata per scopi diversi. La sua assunzione deve avvenire solo sotto stretto controllo medico e solo sotto forma di specifici preparati. La belladonna, infatti, è una pianta tossica e velenosa, quindi è necessario tutelarsi da ciò che non si conosce.
Il medesimo discorso vale per qualunque tipo di sostanza stupefacente esistente in natura o sintetizzata in laboratorio. Sottovalutare la pericolosità e i rischi associati al consumo di droga può condurre a conseguenze disastrose. Per questo motivo è fondamentale esporre i propri dubbi al personale competente del nostro Centro di Disintossicazione Narconon Astore. Chiamando il Numero Verde 800 189 433 ti forniremo tutti i consigli e l’assistenza di cui hai bisogno.