Marijuana in gravidanza: quali sono i rischi per il feto

Marijuana in gravidanza, rischi per il feto

Cannabis in gravidanza: consumo in aumento tra le giovani

Il numero delle donne che assumono marijuana durante la gravidanza è in netto aumento rispetto al passato, soprattutto nelle fasce più giovani. Stando, per esempio, ai dati delle ricerche condotte negli Stati Uniti, dove il divieto di consumare questa sostanza psicotropa è venuto meno in molti Paesi, il crescente uso di cannabis è associato al diminuire dell’età delle future mamme. Un comportamento che si tende a minimizzare, ma che invece ha serie conseguenze sulla salute del feto.

Sia che la si usi a scopo ricreativo (in modo illegale) o nella terapia del dolore (legale previa prescrizione medica), nessuna dose, seppur piccola, può essere considerata sicura durante la gestazione: i principi attivi della cannabis possono infatti compromettere gravemente lo sviluppo cognitivo e nervoso del nascituro. Per il medesimo principio la donna incinta non dovrebbe assolutamente ricorrere a sigarette, alcol e droghe di qualunque tipo.

Marijuana in gravidanza e conseguenze per il nascituro

Durante la gravidanza il contatto col THC, cioè il principio attivo della cannabis, avviene attraverso la placenta: tutte le molecole contenute nella marijuana, ma anche l’alcol e la nicotina del tabacco, oltrepassano la placenta e arrivano al feto. Questo significa che quando una donna incinta beve o fuma, tutte le sostanze che agiscono sul suo cervello hanno effetti anche sull’organismo del nascituro.

Marijuana in gravidanza, conseguenze a lungo termine per il nascituro
Marijuana in gravidanza, conseguenze a lungo termine per il nascituro

Ad aumentare è il rischio di complicazioni, tra le quali aborto spontaneo, nascita prematura, circonferenza della testa ridotta, peso basso alla nascita. Le conseguenze dell’assunzione di marijuana nel corso della gestazione non si manifesterebbero solo sullo sviluppo del feto, ma anche sulla futura crescita del bambino dopo la nascita.

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Diversi studi hanno a tal proposito dimostrato che il THC interferirebbe con lo sviluppo neurologico del bimbo, provocando dei danni per quanto concerne la concentrazione e l’attenzione, ma anche sul controllo degli impulsi e sulla capacità di affrontare le difficoltà.

Mai consumare cannabis (oltre ad alcol e sigarette) se incinta

Se la madre ha il compito di proteggere il piccolo sia da quando è nella sua pancia, perché un essere così indifeso in piena formazione dovrebbe assumere, attraverso la placenta le sostanze nocive contenute nello spinello, nella sigaretta o in una bevanda alcolica?

Affinché i rischi associati al consumo di queste droghe siano ben chiari, un’adeguata attività di prevenzione dovrebbe essere intrapresa sin dall’età adolescenziale, soprattutto considerati i dati preoccupanti dell’aumento delle gestanti giovani.

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