La cannabis porta sonnolenza: non sottovalutarlo

Cannabis e sonnolenza

Perché fumare una canna provoca sonno e stanchezza

Fare uso di cannabis non è così innocuo come i suoi consumatori pensano. Tra gli effetti che fumare una canna può indurre c’è da un lato l’insonnia, dall’altro una stanchezza notevole. Stanchezza che si trasforma subito in una grande necessità di dormire. Il complesso legame tra cannabis e sonnolenza, che si manifesta dopo aver fumato, è evidenziato anche da alcuni studi. Assumere questa sostanza in maniera eccessiva può provocare sensazioni di pigrizia o stanchezza anche a lungo termine.

Molti fumatori assidui di cannabis sperimentano uno stato di generale apatia o letargia. Si tratta di effetti sui quali si tende erroneamente a sdrammatizzare, sottovalutando le conseguenze che possono svilupparsi. Ad esempio se ci si mettesse alla guida dopo aver consumato una canna. Il soggetto fumatore può, infatti, diventare un pericolo per l’incolumità personale e delle persone vicine.

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Cannabis e sonnolenza, uno degli effetti del fumo

Tra gli effetti dell’abuso di cannabis compaiono senza alcun dubbio stanchezza e sonnolenza. Questo sembra dovuto all’influenza del THC sui livelli di dopamina. Se i livelli di dopamina sono elevati, l’individuo è portato a svolgere tutte quelle attività che richiedono una certa quantità di energia. Se queste attività sono per di più piacevoli (sport, mangiare, attività sessuale), la dopamina è anche responsabile della sensazione di appagamento che ne deriva.

Nei fumatori di cannabis il THC riduce i livelli di dopamina, causando una sensazione di sonnolenza. Questa condizione è così profonda da non riuscire a far dileguare la stanchezza neanche dopo averci dormito su; questo significa che il torpore accompagna il soggetto anche a distanza di ore dall’ultima assunzione.

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Fumare cannabis porta sonnolenza

Questa sonnolenza talvolta è parte integrante di una sindrome nota come “sindrome amotivazionale”, secondo la quale a uno stato di indifferenza o apatia verso le attività produttive o di interazione con le altre persone si unisce il mantenimento di attività abitudinarie o ricreative sulle quali domina incontrastato il consumo di cannabis: il soggetto che ne fa uso abbandona drasticamente gli altri interessi a favore della droga in questione.

La cannabis non è una sostanza innocua

Chiunque ritenga che questa droga sia una semplice sostanza ricreativa da usare anche sporadicamente in compagnia degli amici, dimentica invece quanto il passo verso la dipendenza possa essere breve e quanto l’abuso sia invece capace di sviluppare attacchi di panico, patologie psichiatriche e psicosi al limite della schizofrenia, soprattutto nei soggetti predisposti.

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