Finalmente ero tornata, ero io

Testimonianza ex tossicodipendente

Questa testimonianza rappresenta il ritorno della speranza e dell’amore per se stessi e per la vita. Grazie ad una particolare fase del Programma Narconon, questa ragazza ritorna a sperimentare emozioni e sensazioni da tempo sopite.

“Mi ricordo che quando sono arrivata qui di pomeriggio, il 7 di Agosto, non ero nera solo fuori ma anche, e soprattutto, dentro.

Mio padre mi aveva appena prelevato da casa mia, dopo avermi quasi strangolata e l’unica cosa che riuscivo a provare era rabbia, intensa. Rabbia per aver sbagliato di nuovo, per essermi fatta beccare e per aver deluso e tradito i miei genitori, rabbia perché ero costretta ad allontanarmi ancora dalle persone che amo, dalla mia vita e dalla mia città. Rabbia perché dovevo superare l’astinenza senza nessun aiuto farmacologico.

Sono entrata illusa dalla convinzione che se avevo ricominciato a drogarmi era solo perché l’avevo deciso io e credevo fosse completamente inutile affrontare un altro programma di recupero.

I giorni passati qui li ho trascorsi sotto una sorta di anestesia emotiva, non mi riconoscevo non trovavo più tutta quella sensibilità che da sempre mi ha riempito il cuore e lo spirito, che mi ha fatto sentire viva e speciale, che mi ha reso sempre capace di reagire alle ingiustizie. Sono certa che la causa di quella condizione non era soltanto dovuta all’eroina e alle sue conseguenze, probabilmente sono stata proprio io a sviluppare involontariamente una difesa per sopravvivere a quei giorni tragici in cui ero immune dall’effetto delle emozioni, positive o negative che fossero. Mi mancavano. Non ero più io. Non mi restava che aspettare e l’ho fatto, fino a quando ieri, durante una seduta intensa e pesante ho ricominciato finalmente a sentire; sono stata malissimo, volevo sprofondare, volevo andarmi a drogare, vedevo Tiziano che cercava di aiutarmi, ma non riuscivo ad essere razionale come nelle altre sedute, quando andavo semplicemente avanti aspettando che passasse. Credevo di non farcela. Quel male, tutto insieme, era troppo. Poi ho guardato il Supervisore che mi ha detto “alzati” con l’intenzione e la comprensione adatte, come se avesse visto il buio in cui ero finita, trasmettendomi coraggio. Ho guardato il mio adorabile compagno di viaggio Tiziano trovando affetto nei suoi occhi, mi sono affidata a lui e piano piano ne sono uscita.

Subito dopo sentivo addosso una calma e una pace insolite, erano intense e forti, ma non me ne sono accorta subito. Solo la sera al meeting con tutti i ragazzi sul Programma e gli operatori, mentre parlava Rosario mi sono trovata le lacrime agli occhi. Finalmente ero tornata, ero io.

Senza dubbio è la vittoria che ero più impaziente di raggiungere perché ora che ho ricominciato a vivere di emozioni sento di aver metabolizzato il fallimento, di aver accettato le conseguenze dei miei ripetuti sbagli, ma soprattutto sento il desiderio e la motivazione per fare tutto ciò che c’è da fare. Sento di nuovo amore, per me stessa e per la mia vita.”

N.

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